La definizione di carne e derivati è molto vaga, tanto che diventa difficile capire a cosa si riferisca. In questo articolo capiremo cosa contengono gli alimenti industriali dei nostri amici animali che tra gli ingredienti riportano anche questa definizione. Dare a cani e gatti del cibo il cui contenuto è dubbio non piace certo a nessuno amante degli animali, tanto più che molti veterinari sconsigliano l’acquisto di prodotti che sulla confezione riportano tale dicitura; vediamo quindi di fare chiarezza per poter nutrire in tranquillità i nostri animali da compagnia.
Cosa sono carne e derivati
La regolamentazione giuridica per questi termini è abbastanza vecchia, stiamo parlando della direttiva della Commissione Europea 82/475/CEE, recepita in Italia dal DPR del 31 marzo 1988, n. 152. Secondo tale normativa la dicitura carne e derivati può, se il produttore lo ritiene, prendere il posto dei singoli ingredienti specifici. Perché si possa parlare di carne dobbiamo riferirci a volatili o mammiferi, non invece ai pesci dato che la definizione riguarda solo animali a sangue caldo d’ambiente terrestre. Le carni di questi animali devono essere fresche oppure trattate per la conservazione, mentre non rientrano in questa definizione quelle che hanno subito processi di trasformazione come la cottura.
Se è avvenuta una trasformazione della carne di animali terrestri a sangue caldo, siamo invece in presenza dei derivati della carne, siano questi prodotti oppure sottoprodotti della carne.
Questi ultimi, i sottoprodotti della carne, sono disciplinati dal Reg. CE 1069/2009, sempre con l’esclusione dei prodotti della pesca ma anche di uova e prodotti derivati dal latte.
La definizione di carne
Per capire cosa si intenda per carne bisogna rifarsi al Regolamento 853/2004 che fa esplicita menzione di suini, ovini e caprini, pollame, conigli, lepri, selvaggina selvatica e selvaggina d’allevamento. Il regolamento in merito alla definizione di carne parla di parti commestibili, senza però specificarle, dando quindi per scontato che viene escluso tutto ciò che non è commestibile per l’essere umano, come zoccoli, ossa e pelo dell’animale. Queste parti non sono quindi carne, a differenza invece delle interiora e del sangue, dato che queste parti dell’animale sono invece commestibili per gli esseri umani.
Ne consegue che quando parliamo di carne possiamo riferirci a organi come il cuore, parti come il muscolo ma non alle ossa, che il regolamento esclude dalla definizione di carne.
La definizione di derivati
Il discorso si fa ora un pochino più complesso in quanto i derivati della carne possono includere anche i sottoprodotti, definiti dal già citato Reg. CE 1069/09. La normativa ci ricorda inoltre che i prodotti derivati sono ottenuti da trasformazione, trattamento o lavorazione dei sottoprodotti di origine animale.
Parlando di prodotti trasformati, invece, possiamo ancora riferirci al Regolamento CE 853/04 (articolo 7 dell’allegato 1) per vedere come nel caso della trasformazione, l’elemento più importante sia la perdita delle caratteristiche proprie della carne fresca, sia che si sia usata la cottura, la tecnica della separazione o quella della fusione.
Il concetto di trasformazione fa sì che tra i derivati siano inclusi anche i sottoprodotti di origine animale ma non la carne fresca quando intesa come sottoprodotto.
Se in un alimento è quindi presente carne fresca, dovremo trovare la dicitura carne fresca oppure carne e derivati, ma non quella derivati della carne, dato che la carne fresca non è stata trasformata.
Per riassumere le varie tipologie di sottoprodotti di origine animale:
- Derivati: Tutte le parti dell’animale trasformate, ad esempio con la cottura, commestibili o meno per l’essere umano. Tra queste vanno incluse anche la carne secca e quella disidratata, in quanto non si può più parlare di carne fresca.
- Non derivati: Tutte le parti dell’animale commestibili per l’essere umano fresche e comunque tutte quelle non trasformate.
Ne consegue quindi che quando leggiamo carne e derivati, di fatto siamo in presenza di tutto quello che ha origine negli animali terrestri a sangue caldo. Questo rende impossibile capire cosa sia effettivamente contenuto nel prodotto sotto la voce derivati. Secondo la direttiva di riferimento, tale situazione è stata voluta per favorire gli scambi alimentari tra i vari paesi.
Carne e derivati, ma di quale animale?
Un aspetto negativo legato alla definizione di carne e derivati, risiede nell’impossibilità di conoscere la specie animale da cui la carne proviene dato che la legge non obbliga il produttore a indicarla così come non lo obbliga a indicare la parte del corpo dell’animale utilizzata.
Questo è tanto più grave nel caso in cui il nostro animale da compagnia sviluppi problematiche legate al cibo mangiato, visto che di fatto non potremo sapere cosa avrà veramente mangiato. In caso di allergie sarà quindi complicato fare una diagnosi per via della poca chiarezza relativa agli ingredienti dei loro alimenti, nonostante a volte sulle confezioni venga indicata una percentuale di origine da un certo animale (ad esempio pollo 20%).
Addio ai derivati della carne?
Per quanto visto sinora, sarebbe quindi meglio non utilizzare prodotti per animali riportanti la dicitura derivati della carne. In questo modo si possono evitare possibili problemi ai nostri animali dovuti alla poca trasparenza del prodotto. Decisamente meglio scegliere di rivolgersi alle numerose aziende presenti sul mercato che hanno una politica di maggior chiarezza e preferiscono la produzione di alimenti differenti, tanto più che la stessa legge, con il Reg. UE 2017/1017 permette ai produttori di indicare le specie animali da cui ha origine il prodotto, la specifica della parte del corpo utilizzata ed anche quali tipologie di animali non sono invece presenti nel prodotto in questione.
L’utilizzo di questa prassi più corretta è tuttavia su base volontaria, sta quindi alla singola azienda decidere a quali indicazioni fornite dalle normative attenersi, se scegliere una maggiore o minore chiarezza nelle definizioni ed in generale il proprio livello di trasparenza.
Quello che i padroni di animali da compagnia possono invece fare in quanto consumatori attenti, è usare gli strumenti a disposizione per proteggere la salute dei propri animali, cercando di nutrirli nel miglior modo possibile. Per questo è bene sempre sapere cosa si nasconde dietro la dicitura di un’etichetta.
Fonte: valerioguiggi.it